LA ROSA CANINA E SANTA RITA: ESEMPI DI TENACIA E PERSEVERANZA

Le rose sono il simbolo per eccellenza di Santa Rita: scopriamo le radici di questo legame ed approfondiamo la conoscenza della rosa canina, la specie di rosa selvatica più diffusa nel nostro areale.

È da poco trascorso il 22 maggio, data nella quale si ricorda una figura molto cara alla Comunità dei frati cappuccini di Fidenza: Santa Rita. Simbolo della Santa è la rosa, pianta diffusa negli areali europei ed asiatici.

Ma perché proprio la rosa è accostata alla figura di Santa Rita?

La spiegazione si collega ad un miracolo compiuto dalla Santa in punto di morte.

Corre l'anno 1457. Margherita, vero nome di Santa Rita, è costretta a letto per la malattia che da tempo la affligge. La cugina decide di recarsi in visita al capezzale della futura Santa; una volta giunta a Cascia, Margherita le avanza una richiesta piuttosto bizzarra: desidera due fichi ed una rosa, colti nel giardino paterno di Roccaporena. Nonostante sia pieno inverno, la cugina decide comunque di recarsi a Roccaporena per assecondare Margherita, credendola preda dei deliri della malattia. Con suo immenso stupore, la donna trova, nel punto indicatole, una rosa fiorita e due fichi in mezzo alla coltre di neve. La cugina torna poi immediatamente a Cascia per portare a Margherita i doni che tanto desiderava: da allora, la rosa diviene simbolo della Santa.

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La rosa assume anche un profondo significato metaforico in correlazione con Santa Rita: così come il suo fiore appare meraviglioso nonostante le spine che ne caratterizzano il gambo, così la Santa riesce a 'fiorire' nell'amore di Dio nonostante tutte le spine che la vita le riserva.

Nel nostro territorio sono presenti svariate specie di rosa ornamentale.

Ritengo però maggiormente corretto accostare alla figura di Santa Rita, che è riuscita a far fronte alle asperità della vita grazie all'incrollabile fede, una rosa tenace, capace di resistere anche alle condizioni climatiche più avverse ed ai terreni più difficili: la rosa canina.

Considerando l'aspetto prettamente botanico della rubrica, poniamo l'attenzione sulla suddetta rosa canina, specie spontanea molto diffusa in Italia.

Si tratta di una specie selvatica, perciò non è annoverata tra quelle maggiormente coltivate, a causa anche dell'elevata difficoltà che si riscontra nel tentare di 'addomesticarla' e di inserirla in contesti antropici come balconi o giardini privati.

Presenta fiori con molteplici colorazioni, che spaziano tra tutte le sfumature dal bianco al rosa ed emanano un gradevole e delicato profumo.

Il periodo di fioritura ha inizio sul finire della primavera e termina in estate (con variazioni derivanti dal clima e dalla temperatura).

Le foglie sono formate dall'insieme di più foglioline piccole, in numero che va da cinque a sette; hanno forma ovale allungata e presentano un picciolo dalla lunghezza variabile. Il bordo della lamina fogliare risulta dentellato.

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Il fusto ed i rami presentano molte spine, da giovani la corteccia si presenta verde-rosso-bruna, mentre in età adulta vira al giallo scuro con la comparsa di striature. I falsi frutti di questa rosa (cinorrodi) maturano nel tardo autunno; sono edibili, e solitamente vengono raccolti per le loro proprietà vitaminizzanti.

Oltre alle 'bacche', anche le rimanenti parti della pianta presentano effetti terapeutici: ad esempio i germogli hanno proprietà antinfiammatorie e risultano un utile aiuto contro la congiuntivite e l'asma.

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Per concludere questo breve articolo, vi lascio con l'augurio che tutti noi possiamo trarre ispirazione ed esempio da questi fiori e da Santa Rita: crescere rigogliosi tra le avversità della vita e sbocciare nella luce di Dio.

A cura di  Pier Paolo Ferrari

Orario Sante Messe

Feriali: 7.00; 18.30

Festivo: 8.00; 9.3011.00; 18.30

Il lunedì la Chiesa è chiusa

 

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