La zucca è uno degli alimenti più tipici della stagione autunnale: analizziamo più nel dettaglio le caratteristiche di questo ortaggio approfondendo la conoscenza di una varietà molto diffusa nel nostro areale, la zucca ‘cappello del prete’.

La zucca è una pianta annua originaria dell’America Meridionale, più nello specifico del Messico. Presenta un fusto che si sviluppa principalmente a livello del terreno, ma può anche ‘arrampicarsi’ verso l’alto quando i suoi cirri (filamenti che si sviluppano dal fusto) incontrano il supporto adatto. Le foglie sono larghe ed in alcune varietà sono caratterizzate da una peluria che ricopre la faccia superiore.

I fiori sono gialli e dalla forma campanulata; ogni pianta presenta sia quelli femminili che quelli maschili.

I frutti delle innumerevoli varietà esistenti differiscono tra loro per forma, colore e dimensione. La zucca è un alimento povero di calorie ma ricchissimo di nutrienti; risulta molto utile per la sua azione diuretica e calmante. La polpa veniva utilizzata in passato per lenire le infiammazioni della pelle; i semi, che contengono cucurbitina, aiutano a proteggere la prostata ed a contrastare le patologie che interessano l’apparato urinario maschile e femminile, come ad esempio la cistite. Questo frutto si rivela un valido alleato anche del sistema cardiocircolatorio, svolgendo un’azione antipertensiva e rilassante. Nell’area parmense in prossimità del Po è molto diffusa una varietà dal nome particolarmente bizzarro, il ‘cappello del prete’. Questo tipo di zucca deve la sua denominazione alla forma del frutto: l’ortaggio ricorda infatti il copricapo che i prelati sono soliti indossare. La buccia varia solitamente dal verde salvia, più acceso, ad un grigio opaco. La costolatura non è troppo marcata ed al tatto il frutto risulta piuttosto liscio ed uniforme. La polpa è gialla-arancio, presenta una consistenza densa e farinosa ed ha un sapore dolce ed avvolgente. La cultivar mostra delle somiglianze anche con la varietà ‘Marina di Chioggia’, la quale però presenta una buccia più verde ed una superficie butterata. Il ‘cappello del prete’ è presente già in alcuni dipinti del ‘500: ciò denota una sua diffusione ed il conseguente utilizzo già in tempi piuttosto antichi.

 Questo tipo di zucca era diffusissimo in Italia fino all’ultimo dopoguerra; la relativa difficoltà di coltivazione, la resa non proprio ottimale e la complessità della preparazione a fini alimentari l’hanno fatta cadere in disuso: oggi è stata largamente sostituita da varietà con frutti più piccoli ma più precoci, quindi più adatti alla distribuzione su larga scala.

La raccolta ha il suo inizio nel mese di settembre e prosegue fino al periodo delle prime gelate. Un buon metodo per riconoscere la ‘bontà’ della zucca consiste nel tamburellare sulla scorza: un suono sordo è sintomo di ottima qualità. Un’altra tecnica per distinguere una zucca buona da una mediocre si fonda sull’osservazione del picciolo: più quest’ultimo è grande, maggiore è il nutrimento che l’ortaggio ha ricevuto durante la sua coltivazione, con conseguente miglioramento del sapore e delle proprietà organolettiche. Oggigiorno la produzione di questa varietà è stata parzialmente recuperata, sintomo di una rinnovata coscienza nei confronti dell’importanza che questa cultivar possiede nel complesso e delicato sistema della biodiversità italiana.

Orario Sante Messe

Feriali: 7.00; 18.30

Festivo: 8.00; 9.3011.00; 18.30

Il lunedì la Chiesa è chiusa

 

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