IL FICO D’INDIA: DALLE ‘INDIE’ DI CRISTOFORO COLOMBO ALLA SICILIA. Nell’articolo di oggi ripercorriamo la storia del fico d’India ed andiamo a scoprirne caratteristiche e proprietà.

Il fico d’India è una pianta succulenta che appartiene alla famiglia delle Cactacee, comunemente chiamati cactus. Il suo nome è stato coniato probabilmente da Cristoforo Colombo durante il suo viaggio nelle Americhe: trovandosi di fronte a questa pianta e credendosi erroneamente nelle Indie, l’ha appunto denominata fico d’India. Questa specie è originaria del centroamerica ma ad oggi è coltivata anche in tutto l’areale mediterraneo, in particolare nelle regioni del Sud Italia. La Sicilia spicca tra i primi produttori e coltivatori di questa pianta nel Bacino del Mediterraneo. Le prime coltivazioni di fico d’India risalgono agli Aztechi; esso è poi giunto in Europa verso la fine del 1400, in concomitanza con il ritorno di Colombo nel Vecchio Continente.

Questa pianta può raggiungere anche i cinque metri di altezza. Il suo fusto è formato dalle cosiddette ‘pale’, le ‘foglie’ succulente e carnose tipiche dei cactus. Presenta spine disseminate su tutta la superficie.

I fiori sono solitamente di colore giallo, ma le tonalità’ possono variare anche fino all’arancione ed al rosso; il colore dei frutti spazia tra le sfumature di giallo, rosso e bianco seconda della varietà’. La forma delle bacche varia in base alla cultivar ed al periodo di maturazione e può essere tondeggiante oppure ovoidale allungata. I cosiddetti fichi hanno una buccia che presenta anch’essa piccole spine e conservano un elevatissimo numero di semi al loro interno.

Le bacche della pianta sono ricche di vitamine, in particolare quelle del gruppo C; apportano inoltre all’organismo considerevoli quantità di Sali minerali, tra i quali potassio e magnesio. L’elevato contenuto in fibre ed acqua rende questi frutti preziosi alleati dell’apparato digerente. Il fico d’India possiede inoltre proprietà antiossidanti e diuretiche. Le parti edibili della pianta (quelle più morbide, quindi i frutti e le ‘pale’ più giovani) vengono utilizzate per produrre succhi, marmellate, gelati, granite, sciroppo ed anche gel medicamentosi.

Pier Paolo Ferrari

 

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